Il primo giorno dell’anno 2021 è dedicato a Maria Madre di Dio a cui, dopo un funesto 2020, affidiamo le nostre preghiere di speranza, di rinascita dalla pandemia Covid-19 e di pace.
La pace, infatti, è quel “bene supremo” che Dio costruisce come un dono da custodire con attenzione e devozione verso gli altri, attraverso il dialogo e la collaborazione tra i popoli.
Riprendere in mano il proprio cammino ricco di angosce e paure dettate dal tempo sempre più sofferente che stiamo vivendo, ci aiuta ad affidarci sempre di più alla fede tramite Maria che ci accoglie nelle sue braccia “nella quale ha custodito e amato il suo Unico Figlio”.
La nostra crescita umana e spirituale ci permette di appianare odi e divisione per sentirci più uniti nella fratellanza con Dio.
“La pace è nella vita: non è solo assenza di guerra, ma è vita ricca di senso, impostata e vissuta nella realizzazione personale e nella condivisione fraterna con gli altri. Allora quella pace tanto sospirata e sempre messa in pericolo dalla violenza, dall’egoismo e dalla malvagità, diventa possibile e realizzabile se io la prendo come compito datomi da Dio”.
Dio si è fatto carne ed è venuto tra di noi per amore dell’umanità invitando a condividere con Lui "gioie e dolori, desideri e paure, speranze e tristezze, persone e situazioni" senza timore, ma con amore e fiducia.
Gesù è Colui che esisteva prima dell’inizio delle cose, prima dell’universo, prima di ogni tempo e spazio. “In principio era il Verbo e il Verbo si fece carne”.
La parola serve a comunicare la bellezza di essere figli di Dio, la luce vera che vuole allontanarci dalle tenebre del male. Proprio per questo “è audace la decisione di Dio che si fece carne proprio lì dove noi tante volte ci vergogniamo, entrando nella nostra vergogna per farsi fratello nostro, per condividere la strada della vita”.
Ilaria Carbone