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Il 1° Dicembre 1944 un violento, indiscriminato bombardamento aereo distruggeva, in un turbine di ferro e fuoco, tra scoppi fragorosi di una potenza distruttiva spaventosa, la parte esteticamente più bella di Villalvernia che veniva letteralmente sconvolta, seminando rovina e morte.
Alla maggior parte dei villalverniesi sopravvissuti non rimasero che gli occhi per versare più amare lacrime e per contemplare il quadro desolante ed opprimente delle vittime colpite e delle macerie fumanti.
E' stato scritto che tutto cominciò alle 14.15 e che si svolse in tre ondate.
Le "fortezze volanti" americane (si dice 12) lanciarono circa 100 bombe che uccisero 114 civili e ne ferirono 235, rasero al suolo 24 case, ne danneggiarono gravemente 27 mentre altre 57 subirono danni più o meno gravi.
Questo il tragico bilancio per un paese che contava , allora, 800 abitanti, più circa 350 sfollati e un po' meno di 100 ferrovieri, senza neppure una sirena d'allarme. Fu quella una giornata di grande dolore per tutti i villalverniesi che la bufera della guerra colpiva inesorabilmente nei loro affetti più cari.
In detta luttuosa circostanza i superstiti, con l'aiuto delle popolazioni dei comuni viciniori, in una sublime gara d'amore, porsero alle vittime i primi soccorsi con spontaneità e comprensione altruistica superiore ad ogni elogio.
Incominciarono ad affluire i primi soccorsi; sorsero Comitati per l'assistenza dei senza tetto; seguirono distribuzioni di indumenti e viveri nello stretto limite consentito dalle limitazioni imposte dalla guerra.
Enti, Comuni, Associazioni fecero del loro meglio per raccogliere fondi per i sinistrati bisognosi.
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