BREVI ACCENNI DI STORIA
Numerose sono le tesi riguardo all’etimologia del nome, dapprima Ioe, Yoy, Yoyo, Iohe, Ioha, Joio e poi finalmente Gioi. L'etimologia più accreditata è quella dal latino "Johae" = colle, vista la sua attuale ubicazione dopo quella originaria nella vallata, località "sterza". Il primitivo nucleo urbano fu distrutto durante la Guerra del Vespro. Secondo alcuni il nome deriva da Iuppiter - Iovis, per l'esistenza di un tempio pagano dedicato a Giove, ubicato sul punto ove ora sorge la Chiesa di Sant’Eustachio. In passato questa Chiesa oltre ad essere Collegiata (cioè accoglieva tutti coloro che provenivano da fuori) era anche la Chiesa matrice e il parroco godeva del titolo di "Abate" , indossava l'ermellino e nei cortei processionali occupava il posto di presidenza. Il ruolo primaziale della Chiesa gli veniva riconosciuto non solo dagli altri parroci di Gioi, i quali erano tenuti alla preghiera dell'Ufficio divino nel coro ligneo della Chiesa (non più esistente), ma anche dai religiosi del convento francescano del 1466, i quali potevano tenere la processione di S. Antonio, soltanto la domenica successiva al 13 giugno e dopo aver partecipato a quella nel giorno del Santo che muoveva dalla Chiesa di S. Eustachio. Significativo in questa Chiesa è il culto in onore della Madonna del Rosario, proclamata con atto pubblico (erogato dal Notaio Diego Clauso) del 1 ottobre 1645, patrona principale di Gioi e dei suoi Casali. Dal 1985 le parrocchie di S. Eustachio e San Nicola sono state unificate, divenendo così un'unica parrocchia "Ss. Eustachio e Nicola". e affidata alla cura pastorale di un unico parroco. L'edificio è a due navate e vi è presente un'artistica cantoria con formelle dipinte e l'Organo a canne del 1731, realizzato da Zaccaria Pinto di Corinoti (casale di Vallo della Lucania) dal quale appresero l'arte i fratelli Carelli. L'Edificio è stato sottoposto, negli anni 1994-1995 non solo al rifacimento della copertura, del soffitto e della facciata esterna, ma anche ad un accurato restauro artistico interno dal Pittore gioiese Mario Romano e suoi collaboratori.
Fonti Bibliografiche: G. SALATI, L'Antica Gioi, Bari 1911.